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Smartphone: nei negozi virtuali tutti contro Apple

di Gianni Rusconi

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1 aprile 2009

Da Nokia a Rim (Blackberry), da Microsoft a Palm i protagonisti del «mobile» si danno battagli sul fronte degli store per le applicazioni

Microsoft, Research in Motion e naturalmente Apple, senza dimenticare Nokia, Google e anche la rediviva Palm. Non passa ormai giorno che i maggiori protagonisti della scena mobile – lato sistemi operativi – non richiamino l'attenzione per un annuncio (più o meno di sostanza) relativamente ai negozi virtuali da cui scaricare applicazioni per telefoni cellulari. Che sia questo un mondo in fortissima evoluzione lo dicono tanti fattori, non ultimo i dati di un recente report della società specializzata In-Stat, secondo cui gli utenti di smartphone che utilizzeranno i servizi di cui sopra saranno nel 2013 ben 100 milioni. Oggi sono meno di un quarto e la maggior parte hanno in tasca l'iPhone ma entro pochi anni almeno un terzo dei possessori di telefonini intelligenti (circa 300 milioni) si servirà dei negozi on line di applicazioni.

Il Marketplace di Windows Mobile solo a fine 2009
Microsoft approfitterà del Ctia Wireless 2009 in corso a Las Vegas per presentare in grande stile domani il suo Windows Marketplace for Mobile. Nell'attesa, il gigante di Redmond non ha mancato di fare i nomi dei primi partner per battezzare a dovere il suo prossimo esordio nell'universo dei Webstore per telefonini: in ordine sparso i più noti sono Pandora (servizi musicali), Netflix (video), Electronics Arts Mobile e Gameloft, (videogiochi), MySpace e l'immancabile Facebook. Per gli utenti l'utilizzo del marketplace è sulla carta molto semplice: potranno infatti comprare i programmi direttamente via cellulare o sul sito Web con carta di credito o con addebito sulla fattura dell'operatore mobile e avranno 24 ore di tempo per annullare l'acquisto non più desiderato. Il negozio di software di Microsoft arriverà presumibilmente non prima di fine anno – a braccetto con la nuova versione di Windows Mobile, la 6.5 –ma a più riprese la società nordamericana ha detto a chiare lettere che (a regime) il marketplace sarà popolato dalle applicazioni dei suoi complessivi 2.000 partner che sviluppano software per cellulari. Quindi una sfida a tutto tondo ad Apple e al suo AppStore e all'Android Market di Google e di entrambi la casa di Redmond pare adotterà (con qualche variante) il modello di business. Agli sviluppatori delle applicazioni andrebbe infatti il 70% dei ricavi generati dai download a pagamento e nelle casse di Microsoft il restante 30%; non è ancora chiaro invece se agli stessi sviluppatori verrà chiesto un "pedaggio" di 99 dollari per caricare sul negozio on line le versioni aggiornate dei propri programmi (se l'upgrade viene effettuato oltre i sette giorni dalla prima pubblicazione) che si aggiungerebbe ai 99 dollari una tantum da versare per avere accesso a Windows Marketplace for Mobile. Per contro Apple chiede 99 dollari all'anno garantendo accesso illimitato e Google si ferma invece a 25 dollari "one shot" per offrire gli stessi privilege: come reagiranno, lecito chiedersi, gli sviluppatori alle richieste di Microsoft?

Arriva l'AppWorld per i BlackBerry
Come anticipato anche dal Sole24ore.com nelle scorse settimane, è arrivato oggi per Research In Motion il momento per lanciare il suo BlackBerry App World. A Las Vegas lo presenterà il Co-Ceo di Rim Mike Lazaridis e stando alle ultime indiscrezioni la societ canadese sarà più generosa di Apple, Google e Microsoft con i suoi sviluppatori riconoscendo loro l'80% dei ricavi prodotti dalla vendita di applicazioni on line. Per i vari Pearl, Curve, Storm e Bold – i BlackBerry di ultima generazione – arriva quindi la possibilità di giocarsi un jolly importante nella sfida che si annuncia senza esclusione di colpi con l'iPhone per la supremazia nel mercato smartphone. A patto di convincere una buona fetta di chi scrive software per cellulari a sposare la causa di Rim e non quella dei diretti concorrenti. Alcuni analisti, in tal senso, sono abbastanza scettici del fatto che i concorrenti di Apple siano in grado di generare altrettanto interesse tra i consumatori e gli sviluppatori. L'AppStore oggi mette in vetrina oltre 25mila applicazioni e la sua forza d'urto in questo momento è tale in effetti da mettere nell'ombra le intenzioni di Android, di Windows Mobile e dello stesso Ovi Store di Nokia. Sebbene le polemiche, a volte anche solo pretestuose, intorno alle modalità di ingaggio degli sviluppatori e di gestione dei cosiddetti "refunds" (le applicazioni che gli utenti, una volta scaricate e pagate, decidono di rispedire all'AppStore) non manchino di certo come si evince da TechCrunch o Cnet, due dei principali siti tecnologici americani.

1 aprile 2009
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